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12.10.2007

Bormio: moto pirata investe e uccide un bambino sulla pista ciclabile 
Purtroppo solo ora, di fronte ad un tragico lutto, i mas media parlano della sicurezza dei ciclisti in Italia. Ma se ne parla anche con gravi inesattezze e la FIAB è costretta a precisare:
il pericolo per i ciclisti non sono le piste ciclabili (anzi).

In questi giorni l'informazione ha dato ampio risalto al noto incidente avvenuto a Bormio sabato 6 ottobre.
La FIAB ha molto da dire su questo e altri incidenti che quotidianamente avvengono in Italia per la quasi assoluta mancanza di una politica di tutela ed incentivazione della mobilità ciclabile e, più in generale, per una cultura, sia negli amministratori che nei cittadini, che pone scarsa attenzione alla sicurezza e alla legalità sulle strade (specialmente a tutela degli utenti cosidetti "deboli" della strada).
Pertanto torneremo sull'argomento con nuovi interventi e comunicati. Questo "servizio" nel sito FIAB solo per riassumere gli interventi di questi ultimi giorni (e verrà aggiornato all'occorrenza).

Sulla vicenda, ormai notissima, segnaliamo come pro-memoria, i servizi su Repubblica on line:
7.10.2007 BORMIO - Moto pirata uccide bimbo di 3 anni - Era in bici su una pista ciclabile
11.10.2007 Bormio, la confessione dei due fermati: "Avevamo troppa paura per costituirci"

Il 7 ottobre, domenica sera, il nostro responsabile per la Sicurezza, Edoardo Galatola, è stato intervistato da un giornalista di Repubblica.
Ottimo servizio quello apparso il lunedì, ma evidentemente per un equivoco, è passata una semplificazione, cioè il concetto erroneo che in Italia c'è "un morto al giorno sulle ciclabili" mentre invece si intendeva un morto al giorno tra i ciclisti nella viabilità ordinaria. Abbiamo cioè dovuto rettificare precisando: "Dei 317 ciclisti morti nel 2005 quasi nessuno e' avvenuto percorrendo piste ciclabili, ma nel traffico urbano".

Articolo di Repubblica di lunedì 8.10.2007:
Piste ciclabili, è allarme ogni giorno un morto Vittime in aumento. In un anno 15 mila incidenti e 30 mila feriti. Investiti bambini e ragazzi, ma soprattutto anziani
Scansione in Pdf: www.ciclodi.it/documenti/sicurezza/repubblica_081007.pdf
oppure Rassegna stampa in Eco dalle Città

La rettifica della FIAB, inviata lunedì 8.10, viene prontamente pubblicata su Repubblica lettere di martedì 9.10.2007 (anche se un po' "riassunta" e con alcune omissioni importanti, ad es. il concetto basilare che la ciclabile per essere sicura deve essere a norma e ben mantenuta).

Come Federazione Italiana Amici della Bicicletta (Fiab) ci preme fare alcune precisazioni, in merito all'articolo sul caso del bambino travolto da una moto a Sondrio (ieri su Repubblica).
Dei 317 ciclisti morti nel 2005, di cui è scritto, quasi nessuno e' avvenuto percorrendo piste ciclabili, ma nel traffico urbano. La pista ciclabile, infatti, e' un posto sicuro salvo che un criminale vada su un percorso a lui vietato, come a Sondrio. Vedere un motociclista su una pista ciclabile è come vedere un ciclista in autostrada.
Piuttosto in città occorre innanzitutto intervenire con la moderazione della velocità: se il limite fosse di 30 km/h possono convivere tranquillamente pedoni, ciclisti, motociclisti ed auto. Ed infine considerare come criminali omicidi e non leggerezze, certi comportamenti.

Copia della lettera pubblicata in Pdf qui: www.ciclodi.it/documenti/sicurezza/repubblica_091007.pdf

Sempre l'8.10 è uscito il primo comunicato stampa della FIAB. Dove è riportata per intero la lettera di rettifica a Repubblica, scritta da Edoardo Galatola, e una dichiarazione del Presidente della FIAB Antonio Dalla Venezia.

BIMBO IN BICICLETTA INVESTITO DA PIRATA DELLA STRADA
CORDOGLIO E DENUNCIA DELLA FIAB

La Federazione Italiana Amici della Bicicletta - FIAB onlus - esprime vivo cordoglio alla famiglia del piccolo Renzo Giacomella di tre anni che, mentre in sella alla sua biciclettina pedalava su una pista ciclabile nel tratto tra Valdisotto e Bormio, è stato travolto e ucciso da un motociclista pirata della strada il quale a fari spendi percorreva una ciclovia - riservata esclusivamente alle biciclette - e si allontanava velocemente senza prestare soccorso.

A rettifica di quanto erroneamente pubblicato da Repubblica in data odierna, il Responsabile Fiab per la Sicurezza, Edoardo Galatola, dichiara: "Dire che c'e' un morto al giorno sulle piste ciclabili nasce da una semplificazione di comunicazione che porta ad un dato nettamente sbagliato. Dei 317 ciclisti morti nel 2005 quasi nessuno e' avvenuto percorrendo piste ciclabili, ma nel traffico urbano. La pista ciclabile, infatti, se a norma e ben manutenuta, e' un posto sicuro dove anche un bambino puo' andare in sicurezza. Salvo che un criminale come il motociclista in questione vada a percorrerre un percorso a lui vietato commettendo pertanto un omicidio volontario e non certo colposo. Vedere un motociclista su una pista ciclabile e' come vedere un ciclista in autostrada o un'auto che imbocca l'autostrada contromano: casi gravissimi ma comunque eccezioni". Il problema e' un altro. Non e' con i km di piste ciclabili - precisa Galatola - che si misura la sicurezza dei ciclisti. E' meglio 1 km in meno di pista ciclabile purche' le ciclopiste siano collegate tra di loro. Il pericolo c'e' semmai quando finisce la pista ciclabile nel nulla. In città, meglio che costruire piste ciclabili e' intervenire con la "moderazione del traffico": se il limite di velocita' e' di 30 km/h possono convivere tranquillamente pedoni, ciclisti, motociclisti ed auto. Non a caso il bambino ucciso e' stato travolto da una moto ad una velocita' che non ha permesso di evitarlo e che e' risultata mortale".

Il Presidente della Fiab, Antonio Dalla Venezia, invece, porta l'attenzione sulla carenza di controlli a tutela della sicurezza dei ciclisti. "Con l'uso improprio delle piste da parte dei mezzi motorizzati e l'assenza pressochè totale di controlli da parte delle forze dell'ordine -dichiara il Presidente della Fiab - si creano le condizioni perchè incidenti sempre più gravi possano accadere. Le pene poi, anche nel caso questi delinquenti vengano presi, sono irrisorie come abbiamo visto nei giorni scorsi con la sentenza nei confronti dell'automobilista ubriaco che aveva investito e ammazzato 4 ragazzi. Le piste ciclabile delle nostre città sono sempre più territorio di confronto di motociclisti spericolati che si operano nell'assoluta indifferenza delle polizie locali. Credo di non essere lontano dalla verità se affermo che le multe per transito vietato nelle ciclopiste siano dell'ordine di qualche decina in tutta Italia. Dobbiamo pretendere in tutte le città che la polizia locale si doti di squadre di vigili che pattugliano in bici le piste ciclabili. Come a Parigi, ad esempio, dove sono decine i poliziotti in bicicletta.

Lello Sforza - Ufficio Stampa FIAB onlus (Federazione Italiana Amici della Bicicletta)
Tel. +39 3200313836 - Fax +39 0805236674 stampa@fiab-onlus.it

Vari giornalisti ci hanno contattati in questi giorni. Parlando con alcuni ci è sembrato che il maggiore interesse fosse proprio di sapere se era vero che c'e' un morto al giorno sulle ciclabili, non tanto per amore di verità ma perchè era quella la notizia choc che volevano dare!!

 

Sulla questione della Sicurezza Stradale si vedano anche:

La sezione apposita nel sito FIAB: http://www.fiab-onlus.it/sicur1.htm

Pagina curata per la FIAB nel sito di FIAB-Ciclodi da Edoardo Galatola, responsabile FIAB sicurezza:
http://www.ciclodi.it/categoria.asp?IdC=41

Articolo, con intervista a Galatola, comparso mese di ottobre 2007 sul giornale della Coop:
http://www.ciclodi.it/documenti/sicurezza/coop_ottobre07.pdf

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