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Vigili Inurbani
Vigili contro ciclisti?

Un altra multa assurda, questa volta a Verona.
A Venezia, invece, come ci segnala Paolo Bonavoglia, la bici te la portano addirittura via.


Cade dalla bici ...
e il Comune di Verona lo multa!!
   

Verona, 13 ottobre 2003

Ciclista va contro un camion fermo, i vigili lo multano. Gli Amici della Bicicletta lo assistono legalmente ma il 13 ottobre il giudice conferma la multa. Colletta di solidarietà.

Ecco il comunicato stampa della FIAB-Amici della Bicicletta di Verona:

Un ragazzo di 17 anni, lo scorso 25 febbraio, abbagliato dal sole alle 7,50 del mattino, mentre andava a scuola in bicicletta, ha tamponato un camion parcheggiato nei pressi di piazza San Zeno.
Il camion non ha riportato danni. Il ragazzo, Filippo Brunetti, studente del Messedaglia, che se l’è cavata con qualche escoriazione e la bici distrutta (piegata la forcella), è stato multato. I vigili, infatti, hanno ritenuto di applicare l’Art. 141/2 del codice della strada che prevede sanzioni per il conducente che perde il controllo del proprio mezzo.
Filippo, nostro socio, ha presentato ricorso al Giudice di Pace con il patrocinio gratuito del nostro legale, l’Avv. Renzo Segala.
Il 13.10.03 il giudice ha confermato la sanzione: l’avvocato che ha rappresentato i Vigili Urbani ne ha sostenuto la necessità e ha insistito per un’interpretazione rigida della norma.

Noi Amici della Bicicletta siamo sconcertati. Per queste ragioni:

  1. Noi riteniamo che i vigili urbani debbano sanzionare tutti i comportamenti scorretti (anche, naturalmente, quelli dei ciclisti). I vigili sono, infatti, prima di tutto i nostri difensori: in una città ostile a pedoni e ciclisti, gli utenti più vulnerabili, chi impone il rispetto delle regole protegge la nostra incolumità.

  2. Comprendiamo anche, più in generale, la necessità di sanzionare chi perde il controllo del proprio veicolo: la sua condotta è oggettivamente potenzialmente pericolosa.

  3. Comprendiamo ancora come i vigili, in alcune circostanze, possano essere costretti, magari loro malgrado, ad adottare provvedimenti sanzionatori pena il fatto di diventare essi stessi perseguibili per omissione.

  4. Crediamo tuttavia che in questo caso, nel quale l’unico danneggiato è il nostro ciclista, si sia andati oltre il normale buon senso: davvero chi cade in bicicletta (perdendo il controllo del mezzo!) deve sperare che in giro non ci siano vigili? Passando di rigore in rigore, perchè non proporre un’estensione della norma che renda perseguibiule anche il pedone che inciampa (perdendo il controllo e assumendo una condotta potenzialmente pericolosa)?

  5. Il sindaco e il nuovo comandante dei vigili, entrambi ciclisti, concordano con un’interpretazione così rigida di quell’articolo del codice della strada? Speriamo di no: in fondo quel ragazzo è uno dei pochi che, in una città ancora molto ostile ai ciclisti, va a scuola in bicicletta (da solo): un occhio di riguardo se lo sarebbe meritato!

Abbiamo già indetto una colletta: speriamo che il nostro giovane socio accetti che a pagare la multa (€ 33,60) ci pensi per lui la nostra associazione.

Il comunicato è apparso sul quotidiano di Verona, l'Arena, martedì 14 ottobre 2003:
Gli Amici della bicicletta sono inorriditi: «La pagheremo noi»
Ciclista andò contro un camion Il giudice gli conferma la multa


Al Lido i vigili la bici te la portano via .... e chiedono il riscatto!!

Da anni, abitando a Venezia (Cannaregio) ho l'abitudine di lasciare una bicicletta parcheggiata al Lido quasi sempre nell'area predisposta nelle vicinanze del capolinea della linea 51/52 di fronte al Tempio Votivo, tra la strada e la laguna; e ho sempre lasciato la bici regolarmente legata nelle apposite rastrelliere.
Il 1 ottobre dopo aver usato la bici al Lido, intorno alle ore 15 la lasciavo legata alle rastrelliere presso l'uscita della linea ACTV 52; e nel legarla non ricordo di aver visto alcun avviso o segnale particolare di divieto.
Nei giorni successivi per vari motivi e impegni non ho piu' avuto occasione di andare al Lido fino ad oggi 8 ottobre; e oggi appena sceso dal 52, mi sono reso conto che la bici era scomparsa; dopo aver cercato per tutto il parcheggio chiedendomi se per caso ne avevo dimenticato la posizione, giungevo alla conclusione che la bici era stata rubata; mi veniva pero' in mente un episodio del 20 giugno quando avevo salvato la bici dalla rimozione avendo trovato l'area delle rastrelliere transennata con lunghi astri bianco-rossi e avvisi che l'area doveva essere sgomberata per "lavori di pulizia".
Questa volta non c'era alcun nastro e solo dopo qualche minuto di ricerca trovavo un cartello con una cartina della zona e un titolo scritto in caratteri piccoli che avvisava che l'area andava sgomberata dalle bici per pulizia dell'area.
Scoprivo così che la bici era stata effettivamente rubata, ma non dai ladri, bensi' da coloro che dai ladri dovrebbero proteggerci e cioe' dai vigili urbani i quali per la restituzione chiedevano un "riscatto" di 33.60 Euro.
Dovevo quindi andare all'ufficio dei vigili urbani per ricuperare la bici; l'ispettore dell'ufficio di via S.Gallo 20 si metteva a cercare in un lunghissimo elenco di bici sequestrate descritte in modo impreciso e approssimativo, senza alcun risultato.
Alle mie proteste, l'ispettore rispondeva con frasi come: "ma lei non puo' mica pretendere di lasciare la bici al Lido per dei mesi" (incredibile, a parte il fatto che io la ho "abbandonata" per una settimana, non mi risulta stia scritto da nessuna parte che ci sia un limite di tempo al parcheggio delle bici regolarmente legate alle apposite rastrelliere) "di norma mettiamo gli avvisi 5 giorni prima" (come se fossero molti in un'area ove sono molte le bici di veneziani! tanto piu' poi per un avviso cosi' poco evidente che puo' facilmente sfuggire; e se e' questa la regola, si segnali su ogni rastrelliera che lasciarvi la bici per piu' di 5
giorni significa rischiare di farsela rubare non dai ladri ma dai vigili!!!)
"in fondo i 33,6 euro non sono una multa ma solo un rimborso spese" (33 euro non sono pochi per una bici usata che non ne vale molti di piu')
"dobbiamo pur sgomberare l'area da tutti i rottami di bici che impediscono ai lidensi di trovare un posto" (A due mesi dall'ultima "pulizia" non mi pare ci fossero molti "rottami", e credo ci siano mezzi piu' trasparenti per perseguire questo fine, vedi oltre)

Alla fine dovevo recarmi con l'autobus al centro Morosini agli Alberoni dove finalmente ritrovavo la bici e dove due vigilesse stendevano un verbale dove si affermava che io avrei lasciato la bici su una rastrelliera in violazione del divieto ...e mi si invitava a firmare alla voce "il trasgressore" una definizione che nella presente situazione trovo assolutamente offensiva.

A questo punto, al di la' del fatto che sicuramente presentero' ricorso contro questo sopruso, perche' una cosa simile non puo' essere definita altrimenti che come un sopruso, al di la' del tempo perso per recuperare la bici, vengono spontanee alcune osservazioni:

1. Nella zona con le rastrelliere non mi risulta ci sia alcun limite di tempo per il parcheggio della bici; a questo punto mettere con pochi giorni di anticipo un avviso di rimozione mi pare comunque un sopruso, infatti ...
2. sono molti i Veneziani che come me tengono una bici legata in quell'area, e la Municipalita' del Lido e il Comune dovrebbero saperlo bene; ora io non vado e non posso andare tutti i giorni a controllare la mia bici; un preavviso di pochi giorni e' veramente troppo poco e significa che moltissimi Veneziani che per qualche giorno non sono andati al Lido non ritroveranno piu' la loro bici e dovranno pagare il "riscatto" per riaverla! Cosa del resto confermato dall'elevatissimo numero di bici sequestrate che ho visto sul registro dei vigili urbani.
3. Il cartello di avviso era poco evidente e rappresenta un passo indietro rispetto alla gia' discutibile ma per lo meno ben evidente esibizione di nastri bianco-rossi di giugno. Il cartello con una cartina e scritte a caratteri piccoli visto da qualche metro poteva facilmente essere confuso per un segnale turistico; solo dopo averlo letto fino in fondo si poteva capirne il significato. Considerato che chi parcheggia la bici in quell'area al 99% sta andando a prendere un battello per Venezia e va quindi di fretta, pensare che un simile cartello rappresenti un efficace mezzo di informazione e' assolutamente ridicolo.
4. Se la Municipalita' del Lido e i vigili urbani continuano con questo sistema di fare razzia di bici ogni volta con preavvisi di pochi giorni potrei trovarmi nella condizione di dover pagare ripetutamente il riscatto per la mia bici, e i 33 euro rischiano di essere moltiplicati molte volte! Che cosa si vuole? Costringere i Veneziani a rinunciare all'uso della bici al Lido??
5. Mentre cercavo inutilmente la bici a S.M.Elisabetta ho potuto constatare che vi era come al solito un gran numero di bici legate in luoghi vietati e anche sul passaggio riservato ai portatori di handicap. La giustizia dei vigili del Lido e' allora quella di Pinocchio? Punire quelli che lasciano la bici nelle apposite rastrelliere e tollerare quelli che la lasciano in aree vietate?

Quanto mai fondato e' allora il sospetto che la Municipalita' del Lido stia deliberatamente perseguendo una politica vessatoria nei confronti dei veneziani che lasciano la bici al Lido e piu' in generale dei ciclisti, lucrandoci oltretutto sopra con sanzioni che sono in molti casi superiori al valore della bici (ovvio che i Veneziani al Lido ci lasciano bici usate e di poco valore).
Ma se si vogliono liberare posti per i lidensi si abbia almeno la decenza di fare le cose in modo trasparente e non ricorrendo a metodi che sanno di meschino espediente; si mettano altre rastrelliere e si mettano avvisi per tempo (settimane non giorni prima) ben evidenti e con regole permanenti e chiare, p.es. "in quest'area la pulizia viene effettuata ogni primo martedi' del mese" o "in quest'area la pulizia viene effettuata il 1 agosto, il 6 ottobre, il 10 dicembre ..."

La cosa piu' triste e' che ormai quando lascio la bici al Lido devo temere piu' i vigili urbani che i ladri!! E' questo e' veramente inconcepibile in un paese civile!

Un cordiale saluto

Paolo Bonavoglia, Venezia