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La Fiab parte civile nel processo contro l'automobilista che due anni fa travolse Riccardo Gallimbeni

Il 24 giugno 2002 Riccardo Gallimbeni, architetto e dirigente FIAB di Torino, attivamente impegnato nello studio e nella promozione delle reti ciclabili a lunga percorrenza, perdeva la vita travolto da un'auto mentre percorreva in bicicletta la Via Aurelia, in direzione Castiglioncello - Livorno.

Il 9 luglio scorso il Giudice per l'udienza preliminare di Livorno, Dr.ssa Lombardi, ha ammesso la costituzione di parte civile della FIAB - Federazione Italiana Amici della Bicicletta, nel processo penale contro l'automobilista che investì mortalmente il ciclista.
Il Gup ha ritenuto che lo scopo della FIAB onlus è specifico rispetto al bene protetto dall'art. 589 c.p., ossia che sussista nel caso di specie una violazione della sicurezza nella circolazione dei ciclisti e quindi una lesione dello scopo perseguito dall'associazione.
Ha rilevato inoltre che la persona offesa era soggetto fortemente impegnato nelle attività dell'associazione.

Per questi motivi ha ritenuto la Fiab legittimata a costituirsi parte civile in questo procedimento. "E' la prima volta che la Fiab si costituisce parte civile in un processo per un incidente stradale mortale in cui vittima è un ciclista - dichiara Luigi Riccardi, Presidente Fiab - e siamo soddisfatti per la decisione del GUP".
"La prematura scomparsa di Riccardo Gallimbeni, uno dei massimi esperti italiani in materia di reti ciclabili a lunga distanza - prosegue il Presidente Riccardi - ancora oggi scuote e commuove tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato per le sue qualità umane e professionali. Oltre che per i suoi familiari, la prematura scomparsa di Riccardo Gallimbeni, persona mite, scrupolosa e onesta, è stata una grave perdita per tutti noi della Fiab e per chi anche all'esterno lo ha conosciuto proprio per il suo grande lavoro di volontario impegnato attivamente nella realizzazione di Eurovelo e Bicitalia, progetti di reti di itinerari stradali a lunga percorrenza in Europa e in Italia".
"Questa nuova chiamata di responsabilità della FIAB - conclude Riccardi - rappresenta un nuovo e maggiore impegno a chiedere a gran voce strade sicure per tutti."

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